Tre motivi per scommettere su Blade Runner 2049
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| Il primo character poster diffuso con la coppia Gosling-Ford: effettivamente quello è un pigiama |
Riprese
concluse il 25 novembre 2016, prime immagini diffuse da Entertainment Weekly
meno di un mese dopo: Blade Runner 2049 ai tempi non sembrava un film
particolarmente atteso, anzi era caldamente esorcizzato da tutti coloro si
definissero fan del capolavoro di Ridley Scott. Sui social ne abbiamo lette di
ogni sul primo character poster, come “Harrison Ford è innegabilmente in
pigiama: neanche lui ci crede più”.
Insomma,
si sente davvero la necessità di un sequel? Non si rischia piuttosto di
inquinare la memoria dell’intoccabile Blade Runner del 1982? Preoccupazioni,
scetticismi e vade retro hanno avuto la loro svolta l’8 maggio 2017, il giorno
in cui il primo trailer è stato dato in pasto all’internet. Il giorno che ha
zittito tutta la caciara social per addirittura due minuti, prima che
riprendesse con nuova inaudita energia. Il giorno in cui molti hanno iniziato
ad aspettare questo sequel, tanto che qualcuno qui vuole scommetterci: Blade
Runner 2049 sarà degno del suo colossale predecessore. Sarà un buon film, nel
senso di oggettivamente ben fatto. E questo azzardo ce lo permettiamo per tre
motivi – o meglio, tre nomi – precisi in cui credere, a differenza di Harrison
Ford in pigiama.
L’immagine
è straordinariamente forte e d’impatto, come il primo trailer di maggio e il
secondo del 17 luglio ci hanno dato modo di constatare. Il design degli
ambienti è innovativo e allo stesso tempo attento a conservare l’atmosfera del
1982. Non può mancare la pioggia, non si sta senza la notte in Blade Runner; ma
nel 2049 il sole è meno lontano, anzi sembra inondare l’ambiente esterno di un
colore innaturalmente carico, e quando si passa agli interni la luce assume un
rassicurante tono itterico. La posta qui è tutta puntata su Roger Deakins,
direttore della fotografia: il suo curriculum pare alquanto rassicurante e
lasciamo al lettore la libertà di scorrere la sua filmografia e concordare con
il presente articolo. Qui ci si limita ad accennare che è il collaboratore
preferito di due stronzi a caso come i fratelli Coen, e che è stato nominato
all’Oscar per tredici volte senza mai vincerlo: il “perdente” suscita sempre il
tifo più sentito.
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| Me cojoni |
Denis Villeneuve è il nostro moderno Atlante, colui che s’è caricato sulle spalle il peso di dirigere il seguito di Blade Runner. Ridley Scott è stato assegnato al ruolo di produttore esecutivo: a lungo aveva considerato la possibilità di camminare ancora per quella Los Angeles piovosa e buia, prima pensando a un sequel con lo sceneggiatore Travis Wright, poi lavorando con il fratello Tony Scott a una serie prequel da destinare al web. Finalmente nel febbraio 2015 è giunto Villeneuve a realizzare questo desiderio. La scommessa qui non è su Scott, dal momento che -per quanto gli si voglia un gran bene- negli ultimi anni si devono riconoscere dei lavori non del tutto efficaci, vedi la combo Prometheus-Covenant. Villeneuve prevede di essere la carta vincente: il curriculum sì è breve, ma il regista canadese ha collezionato solo successi uno dopo l’altro, come Prisoners o Sicario. Per non parlare dell’entrata col botto sulla scena fantascientifica, con il suo ultimo capolavoro Arrival: un prodotto pop di un’eleganza finissima, una prova tanto elevata da rendere Villeneuve un regista potenzialmente in grado di maneggiare il magma bollente di Blade Runner 2049.
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| Me cojoni pt.2 |
Jòhann
Jòhannsson è un classico esempio di onomastica islandese, nonchè il nostro
terzo motivo. Musicista elettronico, è stato il compositore delle musiche del
film La teoria del tutto, e ha già collaborato più volte con Villeneuve, l’ultima
delle quali per Arrival: a quest’ultima tornata di Oscar c’era da chiedersi in
quale orifizio l’Academy si fosse infilata le orecchie per non degnare Jòhannsson
neanche di una nomination alla miglior colonna sonora. Lasciandoci alle spalle
il passato, quello che oggi possiamo ascoltare dai trailer sembra promettere
epicità. Jòhannsson ha preso in mano e rimodellato il materiale di niente popo
di meno che Vangelis, il leggendario premio Oscar per lo score di Momenti di
Gloria (possibile non averlo visto, impensabile non aver mai sentito
il motivetto) e compositore per il primo Blade Runner. Si attendono con ansia
le musiche originali, e Jòhannsson dovrà brillare notevolmente per uscire
dall’ombra del gigante alle sue spalle.
Insomma,
il banco è aperto fino al 5 di ottobre e noi ci sentiamo fortunati. Ora fate le vostre puntate.
Credits: Character poster
Fonti: Blade Runner





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